Quando mi serve un avvocato?

La risposta a questa domanda è semplice: si ha bisogno di un avvocato in caso di dubbi o problemi di natura giuridica, di tipo civile o penale.

Il compito dell’avvocato non è soltanto quello di seguire il cliente durante un’azione legale, il professionista esercita infatti anche una funzione preventiva di consulenza per la risoluzione di eventuali problematiche, volta ad evitare il ricorso ad inutili contenziosi giudiziari.

Abbiamo elencato una serie di domande frequenti con le relative risposte, si tratta di esempi utili ad inquadrare alcuni casi comuni che vengono sottoposti all’attenzione dello studio; in caso di dubbi o necessità specifiche potete contattare lo studio dell’Avvocato Fonti anche attraverso l’apposito modulo di web.

Ho ricevuto una cartella esattoriale Equitalia per delle tasse non pagate, devo pagarla o si può contestare?

Prima di capire se è possibile contestare una cartella esattoriale è fondamentale leggerla con attenzione, per accertare l’eventuale presenza di vizi di forma o errori tecnici che possono rendere l’annullamento piuttosto semplice. Spesso però contestare una multa o una cartella esattoriale Equitalia è più complesso, pertanto è consigliato sottoporre tutta la documentazione all’attenzione di un avvocato, che dopo aver effettuato le dovute verifiche saprà consigliarvi sul percorso da intraprendere per l’eventuale contestazione, quindi il ricorso presso il Giudice di Pace.

E’ possibile modificare l’importo dell’assegno di mantenimento? In quali casi è necessario ricorrere ad un avvocato?

L’assegno di mantenimento, una volta quantificato, è soggetto a variazioni, quindi una modifica del suo importo è prevista dalla legge in qualsiasi momento. La modifica, in aumento o in riduzione rispetto a quanto precedentemente stabilito, di solito ha luogo come conseguenza di cambiamenti relativi alle esigenze dei figli o delle condizioni economiche dei coniugi, ma anche in caso di creazione di un nuovo nucleo familiare. L’assistenza di un avvocato è fondamentale per garantire una valutazione equa in merito alla modifica dell’assegno di mantenimento e di quanto ne consegue, come per esempio la restituzione di eventuali eccedenze ricevute a partire dalla data di revisione.

Cosa fare in caso di infortunio sul lavoro? Qual è la differenza con la malattia professionale?

La Legge prevede un’assicurazione obbligatoria per i lavoratori vittime di infortunio sul lavoro, che consente di avere accesso a prestazioni sanitarie specifiche e di ottenere un indennizzo direttamente proporzionale all’entità del danno. Per valutare il danno stesso è necessario ricorrere ad un medico legale esperto in questo settore così specifico, che lavorando in sinergia con l’avvocato del lavoro potrà garantire un risarcimento adeguato rispetto all’incidente subìto.

Si classifica come infortunio sul lavoro un danno violento e traumatico avvenuto in occasione di lavoro che richieda l’astensione dallo stesso per più di 3 giorni; la legge tutela anche in caso di infortunio in itinere, quindi di infortunio che avviene nel tragitto tra l’abitazione del lavoratore e il suo luogo di lavoro.

La malattia professionale indica invece una patologia non violenta, che abbia un decorso lento e che sia causata dal lavoro stesso o dall’ambiente di lavoro, per esempio l’esposizione a determinati tipi di esalazioni può essere la causa della formazione di tumori; negli ultimi anni la Legge è stata interpretata in senso più ampio, tanto che oggi nella categoria delle malattie professionali si includono anche lo stress e particolari casi di fatica. Anche in merito alle malattie professionali il rapporto sinergico tra avvocato e medico legale di parte sarà necessario per ottenere un indennizzo adeguato in relazione al danno subìto.

Come fare vertenza nel caso di lavoro in nero?

La piaga del lavoro in nero è purtroppo una consuetudine comune molto sviluppata nel nostro Paese; il lavoratore sfruttato e sottopagato, che non può quindi beneficiare di alcuna tutela sanitaria o assicurativa, né di ferie e altri vantaggi, ha il diritto di promuovere una vertenza nei confronti del datore di lavoro.

Il lavoratore, in quanto privo di regolare contratto, difficilmente può dimostrare di svolgere quella particolare attività, quindi è fondamentale che, anche grazie al suo avvocato di fiducia, riesca a coinvolgere colleghi e collaboratori della stessa azienda per poter dimostrare all’Ispettorato del Lavoro di essere effettivamente assunto in nero e di svolgere il suo lavoro senza alcuna tutela di legge. Per una denuncia per lavoro in nero è quindi fondamentale essere guidati da un avvocato del lavoro esperto, che conosca la normativa vigente ma soprattutto la sua attuazione nella realtà di chi da tempo è vittima di ingiustizie professionali.

Il mio medico ha commesso un errore, cosa si può fare?

Dopo un’attenta analisi dell’operato del medico, anche attraverso pareri espressi da professionisti del settore, è possibile valutare l’esercizio di un’azione civile per il risarcimento del danno o nei casi più gravi oltre all’azione civile anche il ricorso alla tutela penale.